Il melanoma

Il melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti, cellule che sono presenti a livello della giunzione dermo-epidermica. E’ un tumore in crescente aumento in italia e nel mondo. Nel nostro paese solo nel 2020 sono stati diagnosticati 14.900 casi (40.8 ogni giorno), 20% in più rispetto l’anno precedente.

Prevenzione

Grazie alle campagne di sensibilizzazione ed educazione, il melanoma è sempre più frequentemente riconosciuto dalla persona che ne è affetta o da un suo familiare nelle fasi iniziali del suo sviluppo. Si nota una macchia cutanea diversa dalle altre che si è abituati a vedere sulla propria pelle, innanzitutto per il colore, nettamente più scuro. Tuttavia, questa può non essere l’unica caratteristica. Il melanoma della cute è come il “brutto anatroccolo”: una lesione diversa, non sempre ben definibile nella sua diversità, ma certamente evidente se messa a confronto con tutte le altre macchie presenti sulla pelle.

Cinque sono le caratteristiche che aiutano a riconoscere il melanoma fin dalle fasi iniziali del suo sviluppo e che si possono ricordare facilmente perché i loro nomi cominciano con le prime cinque lettere dell’alfabeto:

A per Asimmetria:

la forma di una metà non corrisponde alla forma dell’altra metà.

B per Bordo:

il contorno è irregolare, dentellato o sfumato (cosiddetto a carta geografica).

C per Colore:

il colore non è uniforme. Possono essere presenti sfumature nere, marroni e scure; si possono distinguere anche aree bianche, grigie, rosse o blu.

D per Diametro:

le dimensioni della lesione cambiano nel tempo.

E per Evoluzione:

forma e colore cambiano nel giro di poco tempo (giorni, settimane o qualche mese).

Dunque, attenzione ad ABCDE!

Il melanoma compare molto più frequentemente sulla cute sana e solo in una minoranza di casi è associato a un neo. Non è noto se l’associazione tra neo e melanoma sia l’esito di una trasformazione maligna della lesione benigna o se la presenza contemporanea sia solo casuale. Questo non significa che se si hanno dei nei si è destinati a sviluppare un melanoma, sebbene sia dimostrato che chi ha tanti nei ha anche una maggiore probabilità di sviluppare un melanoma nell’arco della vita. Il melanoma non dà sintomi: scrive solo il suo messaggio sulla cute e deve essere riconosciuto. Gli unici sintomi che possono essere associati alla fase avanzata della malattia sono il prurito, la secrezione di siero o il sanguinamento, ma non sono presenti in tutti i casi.

Le probabilità di individuare tempestivamente un melanoma aumentano se si esegue periodicamente l’autoesame della cute, perché così si è in grado di riconoscere ciò che è normale da ciò che non lo è. Se il dermatologo ha scattato delle fotografie, è possibile servirsene come riferimento per evidenziare le differenze.

Autoesame della cute

L’autoesame della cute è una procedura molto semplice. Il momento migliore per eseguirlo è dopo il bagno o la doccia. Scegliere una stanza ben illuminata dove sia disponibile uno specchio a figura intera e tenere a portata di mano uno specchietto.

  1. Imparare dove solo localizzati “voglie”, nei e macchie congeniti, che aspettano hanno e qual è la loro consistenza.
  2. Verificare attentamente se un neo ha dimensioni, forma, consistenza o colore differenti rispetto alla volta precedente o se è presente un’ulcera che non vuole rimarginare.
  3. Scrutarsi attentamente dalla testa ai piedi, senza trascurare nemmeno un centimetro quadrato di cute, esaminando anche schiena, cranio, solco tra le natiche e genitali.
  4. Guardarsi allo specchio davanti e dietro e sollevare le braccia per esaminare anche le ascelle.
  5. Piegare il gomito e osservare attentamente unghie, palmo della mano, avambraccio (anche la parte posteriore) e braccio. Ripetere sull’altro braccio.
  6. Esaminare le gambe davanti, dietro e lateralmente. Guardare anche tra le natiche e intorno ai genitali.
  7. Mettersi a sedere ed esaminare attentamente i piedi, comprese unghie, piante e spazi tra le dita.
  8. Scrutare attentamente volto, collo, orecchie e cuoio capelluto. Scostare i capelli con il pettine o con il phon, o ancora meglio chiedere l’aiuto di un familiare o di un amico in quanto non è facile esaminare il cuoio capelluto da soli.

Può essere una buona idea appuntare la data in cui si esegue l’autoesame e annotare le osservazioni. Se si riscontra qualcosa di insolito, consultare immediatamente il medico curante.

Diagnosi dermatologica

Deve essere effettuata mediante dermatoscopia delle lesioni sospette. Derma Help permette di portare la dermatoscopia effettuata da personale iper-specializzato su tutto il territorio. Il piccolo paese di provincia così come la grande farmacia della capitale avranno la possibilità di sottoporre lesioni dermatologiche sospette al nostro gruppo di dermatologi qualificati accorciando tempi di attesa.

Il problema

Il melanoma è più frequente nei giovani, rispettivamente secondo e terzo tumore per incidenza nei maschi e nelle femmine, di età inferiore ai 50 anni. Può comparire in qualunque superficie cutanea e si sviluppa attraverso due fasi evolutive:

  1. fase di crescita orizzontale, in cui l’aggressività della malattia è più teorica che pratica;
  2. fase di crescita verticale, in cui acquisisce le caratteristiche di aggressività e la capacità di formare metastasi.

Sono stati individuati fattori di rischio che predispongono allo sviluppo della malattia:

  • avere un fototipo chiaro (carnagione chiara con lentiggini, che si scotta facilmente, che si abbronza poco o per niente; occhi azzurri o verdi o comunque chiari; capelli rossi o biondi);
  • avere più di 100 nevi;
  • avere riportato gravi scottature da raggi solari soprattutto prima dei 15 anni;
  • esposizione solare intensa e intermittente (per brevi periodi di tempo), nei primi 20 anni di vita;
  • esposizione frequente alle lampade abbronzanti prima dei 30 anni;
  • avere già avuto un melanoma;
  • avere uno o più familiari di primo grado affetti da questa malattia (circa il 10% dei pazienti affetti da melanoma presentano almeno un familiare di primo grado affetto da tale patologia; di questi casi familiari, il 15-30% sono portatori di mutazioni in geni di suscettibilità al melanoma).

L’esame istologico è l’unica indagine che consente la diagnosi definitiva, che si ottiene mediante biopsia del nevo sospetto – interamente o, in un selezionato numero di casi, in parte – e successiva valutazione da parte dell’anatomopatologo.

La chirurgia è il trattamento di prima scelta per il melanoma localizzato. Dopo l’asportazione del melanoma e l’esame istologico, si esegue un secondo intervento di ampliamento di cute attorno alla cicatrice della prima asportazione e, quando indicato, di simultanea ricerca del linfonodo sentinella.

In casi con melanoma a maggiore estensione loco-regionale e rischio di recidiva elevato, può essere proposta una terapia adiuvante allo scopo di ridurre tale rischio e di migliorare la prognosi.

Il trattamento medico, quali le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, rappresentano una rivoluzione nel miglioramento della sopravvivenza globale dei pazienti con melanoma avanzato; in caso di fallimento di tutte le possibilità offerte da questi nuovi approcci terapeutici, si può fare ricorso alla chemioterapia, con risultati però molto limitati in termini di efficacia clinica.

Si parla di terapia integrata quando, alle terapie mediche sistemiche, sono associati altri trattamenti per il controllo della malattia localizzata. In caso di progressione di malattia con poche lesioni secondarie (malattia oligo-metastatica), l’escissione chirurgica, se tecnicamente fattibile, rappresenta il trattamento di scelta. In lesioni inoperabili sono indicate altre terapie locoregionali (radioterapia, possibilmente stereotassica; elettro-chemioterapia).

La pianificazione del trattamento va affrontata da un’équipe composta da vari specialisti, team multidisciplinare, che si prende cura di elaborare il piano di trattamento, tenendo conto di vari fattori quali il tipo e lo stadio del tumore, l’età e le condizioni generali del malato. Con il paziente devono essere condivise le informazioni sulle diverse opzioni, coinvolgendo il medico di famiglia.